Luglio 2021

Le Radici del Nutrimento sono nel Presente



Lo sguardo volto ad un passato incisivo e le preoccupazioni rivolte al futuro incerto altro non fanno che distoglierci dal presente in cui stiamo vivendo, ponendo dei freni virtuali che debilitano la capacità di concentrarsi su ciò che accade adesso, su ciò che stiamo provando in questo momento, su ciò che potremmo fare proprio ora.

Guardare continuamente a ciò che è stato diventa un legame ingannevole che ci blocca in un tempo che ormai è andato ma che ancora condiziona il nostro agire, il nostro pensare, il nostro vivere.

Necessario diviene quindi il divincolarsi da quanto in passato ci ha ferito (al punto da rendere il nostro terreno arido e noi stessi incapaci di essere produttivi), ribellandosi a quelle catene che ci ancorano con radici che sanno solamente succhiare sofferenza, rancori e dubbi, impedendo quel nutrimento genuino che la normale scia del tempo dovrebbe lasciare.

Allo stesso modo l’ansia di ciò che può accadere domani ci catapulta in un futuro che non è ancora giunto ma che già si avventa sulla nostra mente, così da renderla incapace di reagire in modalità futuro-off, ovvero di rendere conto solo al tempo presente, accantonando le preoccupazioni sull’avvenire.

È proprio questo il punto: quando la prospettiva è sbagliata non consente di radicarsi nel passato per coglierne rigoglioso nutrimento, indispensabile nel prepararsi ad accogliere un futuro che può portare meraviglie impensabili.

Le situazioni di disagio, di tristezza, di paura vengono vissute nel momento in cui il pensiero invece di essere rivolto ad un tempo lontano che dovrebbe lasciare solo insegnamenti, vede invece alle spalle costrizioni e dolore; i momenti di ansia sussistono poiché ogni energia viene riflessa in un tempo che ancora deve compiersi e che in esso proietta l’insicurezza per ciò che ancora non si conosce e che non è possibile sapere a priori.

Ecco che, in entrambi i casi, la propensione è di distogliersi dal qui e ora (di cui spesso negli ultimi anni si sente parlare) senza beneficiare dei tre spazi temporali a cui ci stiamo riferendo:

-     non mi godo il presente perché l’attenzione è tutta concentrata su ciò che di doloroso, sconvolgente o impetuoso c’è stato e che ancora fa male

oppure

-     non gioisco del mio adesso perché troppo concentrato (e preoccupato) su quel che potrà accadere, ma che non potendo controllare mi mette in crisi.

Se vogliamo star bene con noi stessi dobbiamo imparare a scindere senza privarci di qualsivoglia emozione, vitalità, occasione o attività.

 

Il passato ormai è lontano e non possiamo continuare a permettergli di influenzare negativamente la nostra vita; dobbiamo iniziare a pensare che quanto accaduto può solo renderci insegnamento: non deve necessariamente costringerci ad essere o a volere, ma deve porci in una condizione di poter scegliere.

Il futuro è ancora tutto da plasmare; dobbiamo iniziare a pensare che possiamo dirigere le prossime azioni nella direzione più consona perché si realizzi ciò che desideriamo: dobbiamo solo volerlo e crederci.

È impossibile immaginare cosa potrà accadere domani, ma sappiamo cosa stiamo vivendo oggi; siamo consci di quello che stiamo provando e di ciò che mai più vorremmo nella nostra vita; siamo liberi di scegliere ora come muoverci e verso dove: possiamo farlo qui, ora!

Distogliere la mente da ciò che è stato e da ciò che potrà accadere, permette di incanalare tutta l’attenzione e tutte le energie in un’attività, una gestione, un’idea, un’opportunità da sfruttare al meglio proprio in questo momento, che è anche il tempo di cui tutto sappiamo. Sì, questo è l’istante in cui possiamo decidere con determinazione e consapevolezza… e se non abbiamo ancora le idee ben chiare su che passo fare, possiamo permetterci di fermarci, di fare una pausa, di consolidare le nostre emozioni, di comprendere i nostri desideri, di suscitare nuove motivazioni. La stasi dell’attimo presente può risollevare l’animo portando creatività e definizione, regalando pace e ristoro, consentendo di ritrovare serenità e prendere coscienza delle opportunità.

Fermarsi nel qui e ora ed ascoltare ciò che frulla nella mente, ciò che l’animo ancora cela e poi guardarsi in giro cogliendo i profumi avvolgenti l’atmosfera che ci circonda, può dar vita ad un frizzante exploit che avrà colto dal passato il succo del sapere, per rivolgere sguardo sicuro e pronto al futuro che si prospetta con la sua inesplorata nebbiolina.

 

Gessica Mansutti

 

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