Ottobre 2021

L'Unicità si manifesta nell'Espansione



Troppo spesso, per convenienza, pigrizia, svogliatezza o perché pensa sia la cosa migliore o la più gratificante, la gente si dimentica delle proprie peculiarità, esigenze, sogni ed emozioni per seguire il gruppo, la società, gli altri.

Non c’è uno scopo dietro a questo nascondersi, se non quello di configurarsi come gli altri per non sentirsi diversi e per non percepirsi come separati dal resto del mondo, dimentichi però che le caratteristiche proprie rappresentano anche l’essenza unica che la gente stessa, nella singola personificazione, è.

Perché accumunarci sempre all’altrui pensiero? Perché aderire alla consacrazione dell’uniformità? Perché privarsi dell’essenziale scintilla insita nel singolo, simbolo della sua autenticità?

Riprendersi la propria individualità dovrebbe essere la priorità di ognuno!

Immaginate di guidare in autostrada seguendo esattamente la scia della macchina che lo precede: avanza con minore attrito come scivolasse nella forza che lo convoglia stabile nella traccia scandita dal veicolo che corre avanti.

Immaginatevi ora nella stessa situazione sostituendo le vetture con la luce interiore dei conducenti: invece di illuminare espandendosi, la vostra diventa fioca fiammella sovrastata e avvilita dalla radianza di chi seguite con devozione. Ecco! Vi siete visti? Come vi siete sentiti? Vi siete visti spenti? Vi siete sentiti vuoti?

Inseguire lo sciame in qualche modo ti tarpa le ali, privandoti di quella espressione luminosa e quella espansione di cui ognuno ha diritto.

Essere sé stessi dovrebbe essere così naturale e spontaneo da evitare ogni strascico delle altre persone in cui lasciarsi scivolare, purtroppo però l’abitudine di inseguire il pensiero così come le abitudini ed i sogni altrui sembra spesso prevalere.

Riprendere il proprio posto nel mondo significa riconoscere la particolarità che si cela oltre l’apparenza e l’unicità che corrisponde alla nostra persona!

Comprendere chi veramente siamo, cosa realmente proviamo e ciò che distintamente desideriamo diventa apertura significativa verso quella strada già pronta ad accogliere chi vorrà mettere piede in una nuova direzione.

Ciò non significa che gli altri non dovranno più esistere e che non ci si può conformare quando la necessità lo rende opportuno, ma semplicemente che è possibile in qualche modo staccarsi dall’uniformità per permettere al nostro vero Io di esprimersi nella sua totalità e brillare di luce propria.

Non trattasi di una nuova concezione egocentrica, bensì di una possibilità che considera la completezza del nostro essere e sentire in un’espressione d’insieme rivalutata: non siamo il gruppo ma siamo in gruppo; risaltiamo nel complesso luminoso identificandoci con la nostra brillantezza in unione con lo splendore emanato da ogni singola voce che a quello stessa comunità appartiene. Ecco che il gruppo diviene non omogeneità di stile, di opinioni, di pensieri, di emozioni ma individualità espanse che si aggregano portando ognuna la propria peculiarità, indice di un’essenza unica e particolare, distinta ed allo stesso tempo attenta complice di un disegno completo.

Scegliere di essere sé stessi significa ricoprire nel mondo un posto che ci compete ovvero cogliere nella diversità l’enfasi per rialzarsi e correre con gioia e passione verso una nuova direzione, complice di appartenere ad una visione più completa e realistica di ciò che veramente intendiamo raggiungere.

Scoprire sé stessi, ascoltarsi e cogliere la propria essenza è ciò che risalta da questo disegno che ci vede non solo il pittore che sceglie quali colori utilizzare, ma anche ideatore di un futuro tutto da scrivere e spettatore che ammira i risultati in un tempo presente che li prospetta come già realizzati.

Non spegnere la fiamma che c’è in te, ma esaltane la forza, la passione, la luce e l’unicità così da risplendere, sprigionare l’intenzione ed espandere una volontà ricca di contenuti e di percezioni interiori.


Gessica Mansutti

 

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